santa Maria delle Grazie

La beata Vergine Maria delle Grazie con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice. Il che però va inteso in modo, che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore.

Lumen gentium

La chiesa di Santa Maria delle Grazie, una delle più interessanti in Lombardia, sorge lungo l’antica strada calciana che costituiva la principale via di comunicazione tra Cremona e Bergamo. In questo luogo, prima dell’attuale edificio, c’era un piccolo oratorio, sempre intitolato a Santa Maria delle Grazie la cui presenza è attestata già nel XIV secolo. Nel 1501 i carmelitani, che nel frattempo erano subentrati al clero secolare nella gestione della chiesetta, decisero di edificarne una nuova di dimensioni maggiori, inglobando quella preesistente. La consacrazione avvenne nel 1528, quando Francesco II Sforza, duca di Milano, decise di far ridipingere la chiesa già completamente affrescata. La soppressione del convento carmelitano attiguo, portò nel XVIII secolo all’abbandono dell’edificio che divenne rifugio per i soldati napoleonici e infermeria durante le guerre risorgimentali. Nella seconda metà del 1800, suor Paola Elisabetta Cerioli, santificata nel 2004, pose fine allo stato di degrado in cui versava Santa Maria delle Grazie prendendosene cura attraverso le suore dell’Ordine da lei fondato, la Sacra Famiglia, che ancora oggi la cura amorevolmente.


L’esterno non lascia certamente presagire la maestosità dell’opera pittorica interna. Infatti, la facciata a capanna presenta una semplice tripartizione, un portale in pietra di Rezzato sormontato da una Madonna col Bambino a tutto tondo affiancata da stemmi nobiliari e un oculo che illumina l’unica navata da cui è costituita la chiesa.


All’interno si possono ammirare pregevoli dipinti rinascimentali realizzati da numerosi artisti: oltre al locale Francesco Scanzi, a cui si deve la decorazione della maggior parte delle cappelle, e ai fratelli Carminati da Lodi, che affrescarono la volta e la controfacciata, questa chiesa vanta l’importante contributo di Giulio Campi, uno dei massimi esponenti del manierismo lombardo, cui spettò la realizzazione delle pitture nella zona absidale. Sua, infatti, è la splendida Assunzione sull’arcone trionfale, dove a destra, tra gli apostoli, si nota l’autoritratto dell’autore, mentre appena sotto, il committente appare inginocchiato in preghiera.

Nel presbiterio si possono ammirare anche quattro putti reggi-cortine di matrice raffaellesca; il coro ligneo retrostante è sovrastato dai sepolcri degli Stampa, marchesi di Soncino.

Le dieci cappelle laterali che si aprono lungo la navata, dedicate a diversi santi e martiri, raccontano le loro vicissitudini in difesa della fede cristiana. Sulla volta a botte compaiono sante e santi carmelitani, la Sacra Famiglia e il Redentore mentre in controfacciata vi è un suggestivo Giudizio Universale.

L’imposta della volta è segnata da un elegante fregio in terracotta, in origine policromata. Nella prima cappella di sinistra, l’unica in stile barocco, ampliata nel Seicento per poter ospitare una lampada d’argento votiva poi trafugata, è ospitato un recente ritratto di Santa Paola Elisabetta Cerioli davanti a cui il turista sosta per una breve preghiera prima di lasciare la splendida chiesa.

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