Nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio, un nobile di nome Giovanni insieme a sua moglie Maria , non avendo figli decisero di offrire i propri beni alla Santa Vergine per la costruzione di una chiesa. La Madonna apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, indicando con un miracolo il luogo dove sarebbe sorta la chiesa. La mattina seguente i coniugi si recarono dal papa per raccontare il sogno fatto: poiché anche il papa aveva fatto lo stesso sogno, si recarono sul posto indicato, il Colle Esquilino, che fu trovato coperto di neve in piena estate. Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire l’edificio sacro.
Il piccolo oratorio di Santa Maria della Neve campestre costruito nel 1510 per volontà testamentaria del conte Jacopo Covi, fa parte dell’agglomerato del parco del Tinazzo, sulla strada per Torre Pallavicina.
Esternamente presenta una semplice facciata a capanna chiusa da due contrafforti di spigolo aventi funzione sia portante che decorativa, un portale strombato a tutto sesto e un oculo centrale.


L’interno è composto da due vani quadrati coperti con volta a ombrello e divisi tra loro da un arco.
La parete di fondo, che separa la zona absidale dall’aula e sostiene la cantoria sopraelevata, ha due porticine laterali e un arco centrale attraverso cui si ammirano gli affreschi dell’abside: il Padre eterno entro una mandorla attorniato dai simboli dei quattro evangelisti e la Madonna col Bambino tra santi.
Appeso al tramezzo vi è un polittico di scuola cremonese, datato 1520, il cui quadro centrale raffigura l’Immacolata.


Si tratta di opere a carattere votivo completamente anonime attribuibili a due o tre artisti diversi, che rappresentano Madonne col Bambino e santi della tradizione popolare; tra questi un san Martino e un sant’Omobono.